mafalda
(sabato 3 luglio 2010)
Categoria:
Rabbia
Ciò che la gente del terremoto non sa...
Questa gira nel web da un paio di giorni...
“Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di recupero crediti,
per conto di Sky. Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del
2009. Mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho
lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno. Causa terremoto. Il
decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi
si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi di
dovere.
Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi
dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio
di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una
scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la basilica di
Collemaggio. E mi sale il groppo alla gola. Le dico che abitavo
proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo.
Poi mi
invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le
racconto del centro militarizzato. Le racconto che non posso andare a
casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno
indisturbati.
Le
racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che
non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare
noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a
pagare le tasse ed i contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto
che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte. E ripartiranno
regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla.
Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro
vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta. Che non solo
torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non
pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa
che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo
contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un
affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun
controllo.Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto
Bertolaso pagava per un'appartamento in via Giulia, a Roma. La sento
respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a
prezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che
abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio. O
un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro
terra. Lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti
che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto
calo. Le racconto di una città che muore. E lei mi risponde, con la
voce che le trema. " Non è possibile che non si sappia niente di tutto
questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi.
Dovete dirglielo. Chiamate la stampa. Devono scriverlo."
LORO NON SCRIVONO . NOI FACCIAMO GIRARE